giovedì 20 ottobre 2016

Step 4: Il blu fiordaliso nei miti

Esiste un collegamento tra i colori e la mitologia?
In questo post tratterò come il colore blu (che più si avvicina al blu fiordaliso) ha influenzato i miti passati. Ovviamente alcuni riferimenti nei vari miti sono collegati al fiordaliso, uno dei pochi fiori realmente blu. Questo fiore ha un fascino dai sapori antichi, infatti un tempo colorava i campi di grano con pennellate di blu, accompagnato dai papaveri rossi cremisi.

Il suo nome botanico, Centaurea, trova origini nella figura del centauro Chirone, metà uomo e metà cavallo, caro amico di Zeus. Secondo la leggenda Chirone era il centauro a cui Zeus aveva donato l' immortalità. Un giorno però venne colpito ad una zampa con una freccia avvelenata da Hercules. Chirone non poteva morire a causa della sua immortalità, ma non riusciva neanche a camminare per via del veleno in circolo nel suo corpo. Riuscì a guarire preparando un impacco di fiori di fiordaliso appena sbocciati. 

Nella mitologia romana si trova, invece, il racconto della dea Flora che trovò morto il suo innamorato Cynaus in un campo di fiordalisi. Per questo diede a questi fiori blu il nome del suo amato.

Per quanto riguarda il colore blu invece, per gli antichi rappresentava il luogo dove si trovavano le divinità, era quindi sinonimo di pace, tranquillità, ragione sovrumana, qualità diverse e non attribuibili a quelle della terra. Per questo motivo i popoli primitivi credevano che queste lontane azzurre misteriosità fossero la dimora degli dei, degli spiriti o degli antenati. Questo modo di pensare originò l'associazione del blu con la religione, infatti è presente nell'iconografia religiosa di tutto il mondo.

Nei mandala tibetani il blu simboleggia la condizione in cui si è superato il turbinio delle passioni e la coscienza può esaminare ogni cosa con chiarezza. Per Jung il blu significa altezza e profondità, il cielo infatti è lontano e si spinge fin dove lo sguardo può arrivare come l’oceano e, nella natura, il blu ci parla di realtà molto più grandi della nostra dimensione umana.

babilonesi associavano il colore blu allo splendore dell' oro, specialmente per la decorazione degli edifici. Usavano diverse tonalità di blu: vicino al nero, vicino al bianco (luce) e splendente per le divinità.
In particolare, la porta di Ishtar, era l'ottava porta della città interna di Babilonia. Fu costruita attorno al 575 a.C. sotto il re Nebuchadnezzar II nella parte nord della città. La porta di Ishitar era l'entrata principale di Babilonia e rappresentava lo spettacolo impressionante della forza e della grandezza. 


Anche per gli antichi egizi, il blu rappresentava il colore delle divinità, infatti di questo colore erano i geroglifici che segnavano la parola degli dei. Era anche considerato il colore dell'introspezione e dell'infinito.
Ne è un particolare esempio la raffigurazione del dio Amon. Era il creatore di tutte le cose, regolava il tempo e le stagioni, controllava i venti e le nubi; i santuari maggiori dedicati ad Amon sono il tempio di Karnak e quello di Luxor, tra i quali si svolgeva l'annuale processione della statua del dio detta Festa della Valle.



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